Non illudiamoci! Non siamo alle battute finali! Restano a disposizione dell’ineffabile governatore della Sicilia ancora lunghi giorni prima di esaurire la merce in magazzino a prezzi di realizzo. Ed intanto è impegnato a saldare il conto a tutti i transfughi ai quali il suo Mpa, vero partito-rifugio, ha dato asilo. A spericolati ed impenitenti trasformisti e sciatti qualunquisti, di volta in volta, sono state aperte, chiuse e/o riaperte le porte come si conviene ad ogni buon padre di… famiglia. E tuttavia, in queste ore di vigilia, capita di vedere coloro i quali non hanno ancora incassato girovagare come “anime dannate” in cerca di altri ospitali lidi. I “gruppi misti” presenti in quasi tutti i consigli comunali della città e della provincia costituiscono il perimetro delle nuove riserve di caccia oggetto di attenzione da parte di tutti i partiti… nessuno escluso. In verità il Pd, stando a notizie di stampa, risulta particolarmente attivo in questa... meritoria attività politica.
Si prevede quindi il rinnovo dell’Ars per il prossimo Ottobre e poiché… noi siciliani siamo particolarmente fortunati si sostituisce qualche mattonella dinanzi ad alcuni esercizi commerciali, si asfaltano autostrade, si collegano “i giunti” per la mobilità urbana ed autostradale, si rappezza la “Fiera Iinternazionale” della città, si nominano nuovi assessori alla Regione (quanto rammarico per il consigliere Foti!), si allarga la rappresentanza dell’esecutivo alla Provincia, a costo zero, come ci assicura il Presidente che è uomo di fede e di verità.
Nei lunghi anni dal 1994 ad oggi tanti di noi abbiamo ritenuto di dovere stare fuori dai partiti che si andavano formando avendo avvertito, per tempo, che il c.d. bipolarismo avrebbe trasformato i partiti in meri contenitori utili a perseguire alleanze per vincere le elezioni ma certo non per governare.
La rivoluzione operata in quegli anni dalla magistratura, di per sé, avrebbe dovuto assicurare la stabilità dei governi, la selezione di una più qualificata e competente classe dirigente ed infine rappresentanti politici lineari, trasparenti ed adamantini.
A consunt ivo possiamo dire che nessuna delle tre ipotesi si è verificata ed oggi per la insipienza, la irresponsabilità, l’incapacità e la modestia della classe dirigente il Paese e la Regione scontano una condizione economica che è in gran parte figlia della loro ignavia. Per il Paese, in verità, le risorse di intelligenze e di competenze lasciano intravedere, sia pure a fronte di notevoli sacrifici, una qualche speranza. Per la Regione si annunciano candidature (almeno quelle già conosciute negli enti locali) di profilo più che modesto che non sembrano potere alimentare alcuna speranza.
Associazioni, circoli, movimenti, organizzazioni culturali di varia estrazione hanno intensamente operato esercitando, di fatto, un ruolo sostitutivo rispetto alla insopportabile afasia dei partiti. Hanno cioè promosso incontri, dibattiti sui temi della attualità politica, licenziando proposte e progetti che la classe dirigente per incapacità di comprensione ha deliberatamente trascurato.
Con chi, con quali progetti, con quale classe dirigente saremo costretti ad affrontare la crisi economica della nostra Regione che, rispetto alla stessa questione nazionale, presenta caratteri ancora più acuti nel contesto di un’area di specifica, preoccupante debolezza ?
I comportamenti irresponsabili delle attuali rappresentanze politiche hanno fatto precipitare la nostra società in una condizione di perenne precarietà, di crescente e diffusa illegalità nonché di sostanziale degrado e di inaffidabilità che, a tutti i livelli, investono le strutture pubbliche e gli organismi rappresentativi.
Un terzo tra condannati ed inquisiti dell’Ars sono il frutto inevitabile di un concezione della politica arroccata a difesa ed a tutela di interessi personali e di fazione perseguiti con criteri puramente familistici.
Oggi viviamo nella trepida attesa di conoscere quanti di questi rappresentanti del popolo siciliano saranno riproposti agli elettori, quali partiti li ospiteranno affinché ciascuno di noi possa esprimere il proprio consenso consapevoli come siamo che non ci si possa o ci si debba privare... “delle loro sperimentate capacità e qualità”.
La rappresentanza regionale della nostra città non è rimasta estranea a tali deprecabili fenomeni; a partire dal 1998 è stata occupata a turno, pesantemente, dai partiti del centro-destra e del centro-sinistra rispetto ai quali è obbiettivamente difficile percepire alcuna differenza nei metodi e nei contenuti di governo. Incapaci di autonome e credibili proposte e progetti operativi, hanno difeso la propria autoconservazione ubbidendo alle pallide figure di taluni colonizzatori delle province romane. Gli uni e gli altri hanno affidato la soluzione dei problemi della città ai “ministri amici” dei “governi amici”, portando in giro il “carro di Tespi” di una progettualità non ancorata a soluzioni credibili e percepibili.
Si avverte la necessità di individuare candidature selezionate sulla base dell’accertato, assoluto rigore sul piano dei requisiti e dei comportamenti se non si vuole condannare, definitivamente, il ruolo delle rappresentanze democratiche ad organismi di torbide mediazioni e veicolo di tutela di interessi di grandi o piccoli gruppi di potere o addirittura di singoli deputati. Sono le stesse parole utilizzate da un noto deputato (anch’egli sotto osservazione) specializzato nel fare passerella in mutande.
Cosa e come fare per interrompere l’attuale fase di stagnazione che, in verità, dura da troppo tempo? E nella nostra città, afflitta da troppi anni da gestioni opache ed inefficienti, cosa è necessario fare per definire percorsi di ripresa percepibili ma soprattutto credibili?
Professionisti, uomini delle istituzioni culturali, imprenditori, giovani che intendono sottrarsi al ricatto ricorrente dei potenti di turno, operatori commerciali che intendono ribellarsi alla violenza di quanti pensano di potere continuare a gabellare i diritti come elargizione di favori, cittadini delle aree periferiche della città rappresentati quasi sempre come masse di manovra e merce per scambi elettorali al ribasso, pensiamo debbano avvertire un forte dovere di cittadinanza non disertando le battaglie e l’impegno per fare risalire la china alla propria città relegata dalla insipienza e dalla ignavia della intera classe dirigente, agli ultimi posti di qualunque graduatoria degli enti locali. Non è più tempo di neutralità da parte di nessuno! Ciascuno deve dismettere la radicata tendenza a fare, sempre, l’arbitro e/o il giudice.
Le vicende legate alla gestione dei fondi regionali per la “formazione” (storicamente noti come somme sottratte agli investimenti produttivi), hanno visto coinvolti rappresentanti del Pd, del Pdl, del Fli, in una “meritoria” gara a favore di solide prassi per l’emancipazione femminile… riservata ai propri congiunti. Un intreccio di società spesso decotte acquistate grazie anche a notevoli contributi pubblici la cui gestione è rimasta strettamente riservata ai familiari di c.d. leader politici o a sodali politici lautamente gratificati sotto il profilo economico. Quanto pubblicato in un servizio del settimanale “Panorama”, che ha descritto puntualmente i comportamenti dei leader del Pd (Genovese), del Pdl (Buzzanca), del Fli (Briguglio), non è ancora terminato. Restano da comprendere i destini dello Ial (ente di formazione già della Cisl) e dell’Enfap (ente di formazione della Uil) in corso di definizione.
C’è in sostanza un problema grave di legalità! C’è, qui a Messina, un problema gravissimo di moralità pubblica che riguarda le leadership di tutti i partiti in campo. C’è nel Pd un problema enorme di “conflitto di interesse” in settori come l’edilizia, il commercio, le concessioni demaniali, le attività immobiliari, il mercato delle locazioni e che fanno di quel partito il rappresentante effettivo di interessi reazionari e conservatori soprattutto privati. Un partito, ma non è il solo, peraltro, senza particolare cultura di governo, senza capacità di programmazione del futuro e che sicuramente nel suo attuale gruppo dirigente non ha alcunchè da spartire con le ragioni di un maturo, moderno riformismo.
Cronache giornalistiche e notizie di Palazzo ci confermano che una “piccola schiera” di consiglieri comunali di Messina di quel partito sono stati prescelti per “una missione di evangelizzazione” delle tante anime vaganti confluite all’interno dei tanti “gruppi misti” (luogo fisico di stazionamento di tanti peripatetici della politica). Solide e concrete argomentazioni dialettiche ampliano l’area dei convertiti a cominciare da tanti sindaci che si incamminano sulla “via di Damasco”.
Il bipolarismo, a destra come a sinistra, ha assicurato coperture e tutele a tutti costoro ai fini della loro sopravvivenza; il risultato più evidente è dato da evidenti ondate di antipolitica che aggrediscono gli stessi cardini del nostro sistema democratico. Fortunatamente si avvertono segnali di novità in tanti comuni della nostra Sicilia, dove le alleanze tra i partiti tradizionali lasciano il campo alle liste civiche. A Ragusa come ad Agrigento, a Barcellona Pozzo di Gotto come a San Pier Niceto, solo per citarne alcuni tra i tantissimi, gli amministratori sono espressione di nuovi gruppi dirigenti.
A sinistra si avvertono segnali di stanchezza e di disaffezione alimentati dallo stato confusionale e dalle divisioni tra i numerosi gruppi interni al Pd regionale che persegue e forse consuma ipotesi di alleanze senza percepibili e apprezzabili progetti politici.
Non sono certo apprezzabili i silenzi dei tanti gruppi e gruppetti di certa sinistra sempre pronta alla esecrazione per i comportamenti non lineari o le malefatte, come amano chiamarle, quando riguardano altre parti politiche, mentre vengono afflitti da gravissimi traumi di afasia quando si tratta di guardare in casa propria.
Un numero considerevole di associazioni e di movimenti hanno alimentato il dibattito ed il confronto nella nostra città. Associazioni come “L’altra città”, la Lega per le autonomie locali, Oikos, “L’altro futuro”, il Movimento dei pendolari nello Stretto, Officina delle idee per Messina, i Circoli Socialisti, Giustizia e libertà, il circolo “Il risveglio” e, di recente, Reset, dopo un lungo percorso di riflessione e di coinvolgimento democratico effettivo sono riuscite, ,assieme a tante altre, ad elaborare, sia pure in autonomia, i contenuti di una nuova, concreta lettura della nostra città, avanzando puntuali proposte per tentare di superare l’attuale stagnazione e la drammatica regressione nella quale ci troviamo. L’auspicio che vorremmo formulare è che tutti insieme possano riuscire a determinare intese per “scacciare i mercanti dal tempio”, offrendo alla Città la possibilità di scegliere una classe dirigente del tutto nuova ed impegnata, al di sopra di strumentali ideologizzazioni, a proporre pragmaticamente soluzioni ai problemi del nostro territorio. Sotto questo profilo abbiamo ragione di ritenere che nuovi soggetti della borghesia delle professioni abbiano il dovere di superare neutralità e perbenismi, tante volte interessati, e proporsi con ritrovata passione civile per il riscatto della nostra città. Insieme ai tanti giovani come quelli incontrati in questi anni, a cominciare dagli studenti delle ultime classi delle scuole medie superiori, bisogna riuscire a predisporre liste civiche in occasione delle prossime elezioni comunali per partecipare ad una battaglia di civiltà, con l’obiettivo di sostituire gli attuali personaggi che da più di trent’anni affliggono le nostre istituzioni.
Si prevede quindi il rinnovo dell’Ars per il prossimo Ottobre e poiché… noi siciliani siamo particolarmente fortunati si sostituisce qualche mattonella dinanzi ad alcuni esercizi commerciali, si asfaltano autostrade, si collegano “i giunti” per la mobilità urbana ed autostradale, si rappezza la “Fiera Iinternazionale” della città, si nominano nuovi assessori alla Regione (quanto rammarico per il consigliere Foti!), si allarga la rappresentanza dell’esecutivo alla Provincia, a costo zero, come ci assicura il Presidente che è uomo di fede e di verità.
Nei lunghi anni dal 1994 ad oggi tanti di noi abbiamo ritenuto di dovere stare fuori dai partiti che si andavano formando avendo avvertito, per tempo, che il c.d. bipolarismo avrebbe trasformato i partiti in meri contenitori utili a perseguire alleanze per vincere le elezioni ma certo non per governare.
La rivoluzione operata in quegli anni dalla magistratura, di per sé, avrebbe dovuto assicurare la stabilità dei governi, la selezione di una più qualificata e competente classe dirigente ed infine rappresentanti politici lineari, trasparenti ed adamantini.
A consunt ivo possiamo dire che nessuna delle tre ipotesi si è verificata ed oggi per la insipienza, la irresponsabilità, l’incapacità e la modestia della classe dirigente il Paese e la Regione scontano una condizione economica che è in gran parte figlia della loro ignavia. Per il Paese, in verità, le risorse di intelligenze e di competenze lasciano intravedere, sia pure a fronte di notevoli sacrifici, una qualche speranza. Per la Regione si annunciano candidature (almeno quelle già conosciute negli enti locali) di profilo più che modesto che non sembrano potere alimentare alcuna speranza.
Associazioni, circoli, movimenti, organizzazioni culturali di varia estrazione hanno intensamente operato esercitando, di fatto, un ruolo sostitutivo rispetto alla insopportabile afasia dei partiti. Hanno cioè promosso incontri, dibattiti sui temi della attualità politica, licenziando proposte e progetti che la classe dirigente per incapacità di comprensione ha deliberatamente trascurato.
Con chi, con quali progetti, con quale classe dirigente saremo costretti ad affrontare la crisi economica della nostra Regione che, rispetto alla stessa questione nazionale, presenta caratteri ancora più acuti nel contesto di un’area di specifica, preoccupante debolezza ?
I comportamenti irresponsabili delle attuali rappresentanze politiche hanno fatto precipitare la nostra società in una condizione di perenne precarietà, di crescente e diffusa illegalità nonché di sostanziale degrado e di inaffidabilità che, a tutti i livelli, investono le strutture pubbliche e gli organismi rappresentativi.
Un terzo tra condannati ed inquisiti dell’Ars sono il frutto inevitabile di un concezione della politica arroccata a difesa ed a tutela di interessi personali e di fazione perseguiti con criteri puramente familistici.
Oggi viviamo nella trepida attesa di conoscere quanti di questi rappresentanti del popolo siciliano saranno riproposti agli elettori, quali partiti li ospiteranno affinché ciascuno di noi possa esprimere il proprio consenso consapevoli come siamo che non ci si possa o ci si debba privare... “delle loro sperimentate capacità e qualità”.
La rappresentanza regionale della nostra città non è rimasta estranea a tali deprecabili fenomeni; a partire dal 1998 è stata occupata a turno, pesantemente, dai partiti del centro-destra e del centro-sinistra rispetto ai quali è obbiettivamente difficile percepire alcuna differenza nei metodi e nei contenuti di governo. Incapaci di autonome e credibili proposte e progetti operativi, hanno difeso la propria autoconservazione ubbidendo alle pallide figure di taluni colonizzatori delle province romane. Gli uni e gli altri hanno affidato la soluzione dei problemi della città ai “ministri amici” dei “governi amici”, portando in giro il “carro di Tespi” di una progettualità non ancorata a soluzioni credibili e percepibili.
Si avverte la necessità di individuare candidature selezionate sulla base dell’accertato, assoluto rigore sul piano dei requisiti e dei comportamenti se non si vuole condannare, definitivamente, il ruolo delle rappresentanze democratiche ad organismi di torbide mediazioni e veicolo di tutela di interessi di grandi o piccoli gruppi di potere o addirittura di singoli deputati. Sono le stesse parole utilizzate da un noto deputato (anch’egli sotto osservazione) specializzato nel fare passerella in mutande.
Cosa e come fare per interrompere l’attuale fase di stagnazione che, in verità, dura da troppo tempo? E nella nostra città, afflitta da troppi anni da gestioni opache ed inefficienti, cosa è necessario fare per definire percorsi di ripresa percepibili ma soprattutto credibili?
Professionisti, uomini delle istituzioni culturali, imprenditori, giovani che intendono sottrarsi al ricatto ricorrente dei potenti di turno, operatori commerciali che intendono ribellarsi alla violenza di quanti pensano di potere continuare a gabellare i diritti come elargizione di favori, cittadini delle aree periferiche della città rappresentati quasi sempre come masse di manovra e merce per scambi elettorali al ribasso, pensiamo debbano avvertire un forte dovere di cittadinanza non disertando le battaglie e l’impegno per fare risalire la china alla propria città relegata dalla insipienza e dalla ignavia della intera classe dirigente, agli ultimi posti di qualunque graduatoria degli enti locali. Non è più tempo di neutralità da parte di nessuno! Ciascuno deve dismettere la radicata tendenza a fare, sempre, l’arbitro e/o il giudice.
Le vicende legate alla gestione dei fondi regionali per la “formazione” (storicamente noti come somme sottratte agli investimenti produttivi), hanno visto coinvolti rappresentanti del Pd, del Pdl, del Fli, in una “meritoria” gara a favore di solide prassi per l’emancipazione femminile… riservata ai propri congiunti. Un intreccio di società spesso decotte acquistate grazie anche a notevoli contributi pubblici la cui gestione è rimasta strettamente riservata ai familiari di c.d. leader politici o a sodali politici lautamente gratificati sotto il profilo economico. Quanto pubblicato in un servizio del settimanale “Panorama”, che ha descritto puntualmente i comportamenti dei leader del Pd (Genovese), del Pdl (Buzzanca), del Fli (Briguglio), non è ancora terminato. Restano da comprendere i destini dello Ial (ente di formazione già della Cisl) e dell’Enfap (ente di formazione della Uil) in corso di definizione.
C’è in sostanza un problema grave di legalità! C’è, qui a Messina, un problema gravissimo di moralità pubblica che riguarda le leadership di tutti i partiti in campo. C’è nel Pd un problema enorme di “conflitto di interesse” in settori come l’edilizia, il commercio, le concessioni demaniali, le attività immobiliari, il mercato delle locazioni e che fanno di quel partito il rappresentante effettivo di interessi reazionari e conservatori soprattutto privati. Un partito, ma non è il solo, peraltro, senza particolare cultura di governo, senza capacità di programmazione del futuro e che sicuramente nel suo attuale gruppo dirigente non ha alcunchè da spartire con le ragioni di un maturo, moderno riformismo.
Cronache giornalistiche e notizie di Palazzo ci confermano che una “piccola schiera” di consiglieri comunali di Messina di quel partito sono stati prescelti per “una missione di evangelizzazione” delle tante anime vaganti confluite all’interno dei tanti “gruppi misti” (luogo fisico di stazionamento di tanti peripatetici della politica). Solide e concrete argomentazioni dialettiche ampliano l’area dei convertiti a cominciare da tanti sindaci che si incamminano sulla “via di Damasco”.
Il bipolarismo, a destra come a sinistra, ha assicurato coperture e tutele a tutti costoro ai fini della loro sopravvivenza; il risultato più evidente è dato da evidenti ondate di antipolitica che aggrediscono gli stessi cardini del nostro sistema democratico. Fortunatamente si avvertono segnali di novità in tanti comuni della nostra Sicilia, dove le alleanze tra i partiti tradizionali lasciano il campo alle liste civiche. A Ragusa come ad Agrigento, a Barcellona Pozzo di Gotto come a San Pier Niceto, solo per citarne alcuni tra i tantissimi, gli amministratori sono espressione di nuovi gruppi dirigenti.
A sinistra si avvertono segnali di stanchezza e di disaffezione alimentati dallo stato confusionale e dalle divisioni tra i numerosi gruppi interni al Pd regionale che persegue e forse consuma ipotesi di alleanze senza percepibili e apprezzabili progetti politici.
Non sono certo apprezzabili i silenzi dei tanti gruppi e gruppetti di certa sinistra sempre pronta alla esecrazione per i comportamenti non lineari o le malefatte, come amano chiamarle, quando riguardano altre parti politiche, mentre vengono afflitti da gravissimi traumi di afasia quando si tratta di guardare in casa propria.
Un numero considerevole di associazioni e di movimenti hanno alimentato il dibattito ed il confronto nella nostra città. Associazioni come “L’altra città”, la Lega per le autonomie locali, Oikos, “L’altro futuro”, il Movimento dei pendolari nello Stretto, Officina delle idee per Messina, i Circoli Socialisti, Giustizia e libertà, il circolo “Il risveglio” e, di recente, Reset, dopo un lungo percorso di riflessione e di coinvolgimento democratico effettivo sono riuscite, ,assieme a tante altre, ad elaborare, sia pure in autonomia, i contenuti di una nuova, concreta lettura della nostra città, avanzando puntuali proposte per tentare di superare l’attuale stagnazione e la drammatica regressione nella quale ci troviamo. L’auspicio che vorremmo formulare è che tutti insieme possano riuscire a determinare intese per “scacciare i mercanti dal tempio”, offrendo alla Città la possibilità di scegliere una classe dirigente del tutto nuova ed impegnata, al di sopra di strumentali ideologizzazioni, a proporre pragmaticamente soluzioni ai problemi del nostro territorio. Sotto questo profilo abbiamo ragione di ritenere che nuovi soggetti della borghesia delle professioni abbiano il dovere di superare neutralità e perbenismi, tante volte interessati, e proporsi con ritrovata passione civile per il riscatto della nostra città. Insieme ai tanti giovani come quelli incontrati in questi anni, a cominciare dagli studenti delle ultime classi delle scuole medie superiori, bisogna riuscire a predisporre liste civiche in occasione delle prossime elezioni comunali per partecipare ad una battaglia di civiltà, con l’obiettivo di sostituire gli attuali personaggi che da più di trent’anni affliggono le nostre istituzioni.
per i Circoli Socialisti di Messina
GIUSEPPE MAGISTRO
FRANCESCO BARBALACE